Testo di parte della lettera di Osvaldo Licini a Giuseppe Marchiori del 12 febbraio 1948
Carissimo amico,
perdonate se potete il mio silenzio
questo mio triste clamoroso silenzio.
Sono ormai un povero dio decrepito,
annoiato dal tempo e dalle stelle,
incapace di tutto,
anche di sognarmi di volare,
per oltrepassare Silenzio e
Solitudine,
sia per non scoprire la mia debolezza innanzi tempo
sia per non impegnare le mie ultime forze completamente a fondo
sia pure, detto senza alcun infingimento,
per mantenermi a dovuta distanza,
sotto una pioggia di ferro e di fuoco.
Grazie per la vostra cara lettera,
grazie molto di tutto. Verrò
a Venezia quest’anno. Avrò
il grande piacere di rivedervi.
Alla Biennale manderò mie vecchie
croste. Vi prego di continuare a scrivere qualche
volta. Di non prendere a male
il mio silenzio.
………..
Nota:
Testo di parte della lettera di Osvaldo Licini a Giuseppe Marchiori del 12 febbraio 1948 così come apparsa in Giuseppe Marchiori, Osvaldo Licini Con 21 lettereinedite del pittore, De Luca Editore, Roma , 1960, pag. 27.