29 Settembre 2021

Il “primo amore” degli angeli

Nel 1955 Licini dipinse un’opera intitolata Angeli primo amore nella quale due angeli (uno di aspetto maschile, l’altro femminile) si tengono per mano.

 

 

 

Osvaldo Licini, Angeli primo amore, 1955

 

 

 

Come ho già avuto modo di ipotizzare (1), credo si tratti di una rappresentazione di nozze mistiche.

 

L’unione tra il maschile e il femminile trova una corrispondenza in un’altra coppia di opposti (il sole e la luna) rappresentati nella parte bassa del dipinto.

 

Un ricongiungimento di opposti che, in alchimia, è presupposto necessario per ottenere la “spiritualizzazione” della materia.

 

Non mi sembra che il titolo di quest’opera abbia sinora destato particolare curiosità.

 

La mia opinione è che l’espressione “primo amore” avesse per Licini lo stesso significato che aveva avuto per Dante Alighieri: quello di Spirito Santo (2).

 

Nel dipinto, due angeli stanno sospesi nell’aria tenendosi per mano: la materia ha finalmente ceduto il posto allo Spirito.

 

Gioacchino da Fiore (1130-1202), abate e teologo calabrese, aveva profetizzato l’avvento di un’età dello Spirito nella quale “sarà l’amore che regnerà sovrano fra tutte le creature e tutti gli uomini celebreranno già qui, in terra, il paradiso. Tutti tenderanno alla povertà, all’umiltà, all’amore infinito(3).

 

Secondo Gioacchino, nell’età dello Spirito “sfolgorerà  il meriggio” e si “conoscerà la pinguedine dell’estate(4).

 

Il cielo che fa da sfondo ai due angeli di Licini è di un giallo particolarmente luminoso e, per l’appunto, suggerisce l’idea di un meriggio d’estate: il momento che simboleggia l’età dello Spirito, cioè del “primo amore”.

 

Sono angeli “in mezzo al cielo”, nella “mezza estate” e “in pieno mezzogiorno(5).

 

Lorenzo Licini

 

 

(1) Rimando, sul punto, al mio scritto intitolato Angeli primo amore pubblicato l’11 ottobre 2019 tra le notizie del sito osvaldolicini.it.

 

(2) Si legga, sul “primo amore” secondo Dante, Giovanni Fallani, Spirito Santo, Enciclopedia Dantesca (1970), Treccani, voce consultata online sul sito treccani.it il 29 settembre 2021.

 

(3) Franco Ciliberti, Storia degli ideali, a cura di Elena Di Raddo, Archivio Cattaneo, Cernobbio (CO), 2003, pag. 117.

Il pensiero di Gioacchino da Fiore aveva destato grande interesse in Dante; credo che anche Licini avesse provato grande interesse per il pensiero di Gioacchino (si veda, a questo riguardo, il mio studio intitolato  Il “Fiore” fantastico di Licini   pubblicato il 31 luglio 2021 tra le notizie del sito osvaldolicini.it).

Sull’influenza, da me ipotizzata, del pensiero di Dante su Licini, si veda anche il mio studio intitolato I Soldati italiani, la caduta di Lucifero e Dante pubblicato il 30 giugno 2019 tra le notizie del sito osvaldolicini.it.

 

(4) Ernesto Buonaiuti, Gioacchino da Fiore, I tempi, la vita, il messaggio, introduzione di Giovanni Santambrogio, La Vita Felice, Milano, marzo 2017, pagg. 281 e 282.

 

(5) Queste parole tra virgolette sono contenute in una poesia, senza titolo, che Osvaldo Licini scrisse nel 1954. Il testo della poesia (che si può leggere tra i documenti di questo sito) si può trovare anche in Errante, erotico, eretico, Gli scritti letterari e tutte le lettere raccolti da Zeno Birolli, a cura di Gino Baratta, Francesco Bartoli, Zeno Birolli, Feltrinelli Editore, Milano, 1974, pag. 87.