31 Agosto 2024

«Licini non è più sindaco e…»

Osvaldo Licini fu sindaco di Monte Vidon Corrado per due mandati consecutivi, dall’aprile del 1946 al maggio del 1956.

Dopo aver terminato l’esperienza di amministratore scrisse: «Licini non è più sindaco e se ne frega» (1).

Questa frase, come fu osservato nel 1974, «non va giudicata moralisticamente, ma richiede una interpretazione che investe tutto il percorso progressivo di Licini.
Gli ultimi anni della sua vita sono caratterizzati, oltre che da una attività che diviene sempre più intensa, da un desiderio che possiamo dire di fuga dal paese e dalla condizione in cui si avverte probabilmente relegato
» (2). 

Già nel 1948 Licini (rientrato a Monte Vidon Corrado dopo un viaggio a Venezia) aveva detto: «ed ora quale tristezza! Quale tristezza d’essere ritornato solo ancora una volta in faccia al mondo! (a cuocere maledettamente nel mio brodo)» (3).

Con il passare degli anni la sua iniziale felicità di vivere a Monte Vidon Corrado aveva dunque lasciato il posto alla tristezza.

Negli ultimi tempi Licini aveva anche deciso di acquistare una casa in un luogo che amava molto, lontano dalle Marche, ma la scomparsa improvvisa, nel 1958, gli impedì di realizzare questo progetto.

Lorenzo Licini

 

(1)  La frase (che Licini scrisse al gallerista Guido Le Noci) è riportata in Osvaldo Licini, Errante erotico eretico Gli scritti letterari e tutte le lettere raccolti da Zeno Birolli a cura di Gino Baratta Francesco Bartoli Zeno Birolli, Feltrinelli Editore, Milano, 1974, pag. 224.

(2) Questa osservazione è inserita tra le Note in Osvaldo Licini, Errante erotico eretico Gli scritti letterari e tutte le lettere raccolti da Zeno Birolli a cura di Gino Baratta Francesco Bartoli Zeno Birolli, op. cit., pag. 225.

(3) Così Licini scrisse a Giuseppe Marchiori in una lettera dell’11 maggio 1948.